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I navigli

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Sotto il tuo sguardo

scorrevano botteghe ed osterie,

mentre passeggiavi per il canale,

la sigaretta tra le labbra.

Finchè non scomparivi  nello spazio ristretto

del tuo "disordine necessario".

 

Oggi forse diresti “non l’amo più Milano”,

come allora,  al tuo ritorno alla città,

quella "grassa signora piena di inutili orpelli".

I tuoi navigli oggi sono pieni di gente,

di gente che corre e cammina,

mentre il contagio stermina vite.

 

 

Non l’amo più Milano. È diventata una belva che non è più la nostra città. Adesso è una grassa signora piena di inutili orpelli.

- Alda Merini -

 

 

 

 

 Rosetta Sacchi - 21/03/2020 22:31:00 [ leggi altri commenti di Rosetta Sacchi » ]

Ringrazio Alessandro Venuto e Dedalus per il passaggio e l’apprezzamento di questi versi.
Ho voluto ricordare così la poetessa Alda Merini nata il 21 marzo 1931; "sono nata il ventuno a primavera" scriveva in una bellissima poesia, ho pubblicato il mio testo in data 20 poichè quest’anno la primavera ha avuto inizio il giorno venti, parlando dei navigli che lei amava tanto, navigli di cui, in questo periodo particolare, si parla tanto per altri motivi.
Ancora grazie e un saluto.

 alessandro venuto - 21/03/2020 00:25:00 [ leggi altri commenti di alessandro venuto » ]

bellissimo riferimento alla Merini e anche a questa città che ancora amiamo, nonostante tutto.

 Dedalus - 20/03/2020 20:48:00 [ leggi altri commenti di Dedalus » ]

S’ode una voce in questi versi, inconfondibile, piccola, appena sussurrata, ma enormemente grande, gigantesca e direi cosmica, come pulcino implume ed allo stesso tempo ruggito d’un intero universo. Se oggi la Merini leggesse questi versi abbraccerebbe la poetessa che ne ha voluto rinnovare la voce. "quella grassa signora" i cui figli oggi s’affannano ancora a correr lungo "i Navigli" mentre un morbo oscuro li falcidia inesorabile, risuona con le sue voci ed i suoi incessanti rumori al nostro orecchio e noi ripensiamo alla grande Alda che si dondola su d’un’ altalena di inarrestabile vertigine tra i due poli d’una vita semplice ed il logorio dell’attuale momento.

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