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al testo di Rosetta Sacchi
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Si può andare uno per volta, chi al meriggio chi prima del tramonto per la via silenziosa e dritta che costeggia la ferrovia. Di metallo è pregna l’aria che promette nebbia al calar del giorno. E dell’odore dell’erba sul ciglio, oltre le selvatiche radure ed il pattume.
Ho udito un fischio all’improvviso quando al treno io non pensavo nè al mondo che corre ed al panorama in posa. Rotto il silenzio, la trama dei pensieri, qualche ricordo d’altre sortite a piedi, per attutire della vita il frastuono. Ora solo pochi passi, quasi contati e facendo attenzione a rimaner da solo.
Dopo esser rientrato potrai fare anche tu lo stesso mio tragitto, avremo così quasi l’impressione d’essere stati insieme a passeggiare, mano nella mano e senza proferir parola, com’è nostro ormai antico vezzo.
Però ti racconto perché l’ho amato questo breve lasso fuori, lungi da casa.
Camminavo a passo svelto, gli occhi bassi, mi chino al suolo, e con gran stupore, nell’erba incolta tra gli sterpi, ecco una calla. In prossimità della via ferrata. Sarà un segno? Tu cosa mi dici?
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