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al testo di Manuel Paolino
Soffio
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Porte, teste e memorie, corridoi Di analisi, fiammelle di vento, Ceri accesi da un bambino, Che guarda ogni arazzo, Tutte le storie, gli occhi Delle statue, meno i miei. E Maria sorge e bacia La preghiera notturna, E il Signore solleva i letti Degli addormentati dai nani Del popolo dei nani. Siete arrivate insieme, sciagure! Ma dalla rete del pescatore ossuto Soffio, Soffiamo: Bolle, bolle su! Bolle, bolle giù! Con quel dito indice che si allunga come Dio. Con quelle pupille accese di presenza Che non smettono di cercarmi.
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Ferdinando Giordano
- 20/04/2020 12:38:00
[ leggi altri commenti di Ferdinando Giordano » ]
Gran bel brano, tanto pieno di tensioni e fascino. Grazie, sempre.
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Arcangelo Galante
- 18/04/2020 18:32:00
[ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]
Debbo dire che il testo colpisce per le parole di riflessioni nonché di monito, rivolte all’uomo. Riconoscere la spirituale presenza di qualcosa di impalpabile, simile ad un soffio, in grado però di lasciare un’impronta necessaria alla sopravvivenza, non è facile da descrivere. Ancorché, tanto da soffrirne, come la mancanza del respiro stesso. Il titolo esprime bene il suo essere invisibile ma indispensabile: un soffio, a quanto pare, secondo la lettura dei versi, non da ignorare, ma da mettere in pratica. Opera un poco criptica e quindi di non facile interpretazione!
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