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al testo di Rosetta Sacchi
E penso al mare
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E penso al mare al suo irrequieto viaggio a come s’erge sugli scogli e giunge a riva, la solitaria riva dove la luna splende indisturbata in questa differente primavera. E penso al mare al mare immenso qui confinata tra le pareti stinte protesa alla finestra ad annusare l’aria, l’orecchio ripagato da un suono più canoro dopo il grugare delle tortore. E penso al mare al suo silenzio cupo quando il vento muore, l’anima mia fremente il corpo lasso nella notte di sogni brevi un lampo.
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Arcangelo Galante
- 29/04/2020 12:39:00
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Il testo è un insieme di emozioni che l’autrice esprime, giacché simili proprio alla natura del mare. Difatti, pensando a quella distesa d’acqua e ai suoi eterni movimenti, la poetessa, impara la pazienza con la quale gestire la propria vita; il come affrontare forze più dure e, nell’immediato tempo, facilmente superabili dall’anima; il come interpretare il cupo silenzio che arriva fino allanima, quando il vento abbandona la salmastra acqua e, infine, il come percepire “il corpo lasso, nella notte di sogni brevi un lampo”. Meravigliose, le descrizioni tutte, inerenti ogni peculiare pensiero, liricamente espresso con melanconico romanticismo. Con gentilezza, ti saluto, cara Rosetta!
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Dedalus
- 28/04/2020 20:50:00
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La poetessa in questa lirica continua a rigettare schemi preconcetti propri di correnti di altri tempi, pur sempre rispettabili e seguiti da altri autori, configurandosi come degna rappresentante della contemporaneità. E così la vediamo ancora una volta narrarsi descrivendo, con dovizia di metafore e figure, stati danimo, da lei preferiti, incorniciati da visioni "E penso al mare/al suo irrequieto viaggio/a come s’erge sugli scogli". Tutto questo ci porta a riflettere su quel continuo e indifferente andare delle cose. Bella !
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