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al testo di Rosetta Sacchi
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Quando il mattino è un trillo e il sole un gioco tra le nubi e il caldo infante di pochi giorni già si distrae in innumerevoli capricci
ed io tenendoti per mano, vorrei dirti le parole che da me non odi quando a sera spesso anche l’aria è veleno, con la sua quiete impudente come fosse ignara della nostra pena mentre il sonno gareggia con l’attesa e la notte reca altri timori,
quando il mattino è vero, la tristezza scava segni sul viso. La lentezza mi assale in quel vago peregrinare per solitari sentieri ed il pensiero solo t’accoglie come fosse un nido tiepido e gaio.
Ed il pensiero mi redime dal peso di parole ingiuste inadatte insensate, quelle che ascolti in silenzio quando la notte ci cade addosso... esausta.
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