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Le parole che da me non odi

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Quando il mattino è un trillo

e il sole un gioco tra le nubi

e il caldo infante di pochi giorni

già si distrae in innumerevoli capricci

 

ed io tenendoti per mano,

vorrei dirti le parole che

da me non odi quando a sera

spesso anche l’aria è veleno,

con la sua quiete impudente

come fosse ignara della nostra pena

mentre il sonno gareggia con l’attesa

e la notte reca altri timori,

 

quando il mattino è vero,

la tristezza scava segni sul viso.

La lentezza mi assale in quel vago

peregrinare per solitari sentieri

ed il pensiero solo t’accoglie

come fosse un nido tiepido e gaio.

 

Ed il pensiero mi redime dal peso

di parole ingiuste inadatte insensate,

quelle che ascolti in silenzio

quando la notte

ci cade addosso... esausta.

 

 Dedalus - 02/05/2020 22:45:00 [ leggi altri commenti di Dedalus » ]

Scrittura che nella sua struttura segue sempre lo stile che la poetessa s’impone, sia nella forma di pensiero che nell’espressione, cogliendo l’essenziale e limitando al minimo l’uso di suoni e colori.
Mi è doveroso fare una considerazione, l’autrice che sembra legata ad una forma di espressione autobiografica descrive, a mio parere, stati d’animo non propri ma provenienti da un entourage dal quale lei attinge cogliendo impressioni, riflessioni e tutto ciò d’interesse che la ispira. Poi l’esperienza poetica che la caratterizza trasforma le sequele colte in strumenti espressivi. Ed è così che, fatti o parole o scorci di ricordi facciano venir fuori versi come questi "quelle che ascolti in silenzio/quando la notte/ci cade addosso... esausta".

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