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al testo di Gil
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Avrei voluto chiamarmi Patrizia e centellinare un liquore in un bar un sapore di forte durezza ma con quel gusto che dà alla vita il sapore d'un'ultima dolcezza oppure il ricordo futuro d'un'utopia creduta sorella e puttana emigrata in un sogno mentre tu restavi a misurare quanto distava ogni giorno la terra dal punto più basso dei tuoi coglioni. Non so se che cosa sarebbe mutato dei mortI se mi fossi chiamato Patrizia e se fossero davvero essenziali quei giorni che ora qualcuno rimpiange dietro il culo del mondo o seduto in un parco scambiando le stecche d'una panchina con le ultime mani sfuggite ad un lenzuolo bianco senza più memoria. O chiamarmi Patrizia o chinarmi per un nome. |
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