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al testo di Rosetta Sacchi
Narciso
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Del brutto anatroccolo serbo il timore quando il ventre materno m’era nido e scudo stemperato ora è l’originario grigio un argenteo riflesso alla luce che cala. Sull’ombra cupa il candore d’un ventaglio che s’apre s’impenna come onda del mare, fletto appena lo sguardo... pendo solo per amore del collo flessuoso.
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Dedalus
- 10/06/2020 22:56:00
[ leggi altri commenti di Dedalus » ]
Mentre leggiamo questi versi, che ci danno la vera dimensione del poetare di un certo livello, ci vien da fare una considerazione: in qualsiasi sito vediamo come dovunque dilaghi un infantilismo ed un dilettantismo stomachevoli che non fanno altro che allontanarci dalla poesia. In questa lirica,invece, ci troviamo di fronte ad una voce poetica di rilievo, la cui serietà è indiscutibile ed il cui impegno poetico, sempre tendente al rinnovamento ed allo studio del suono, indica un atteggiamento etico ormai quasi rarefatto, poichè troppi scrivono e credono di scrivere testi di valore.
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