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Ottobre

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Ed oggi sento il vento le raffiche sul collo

dopo le folate tiepide del dì dinanzi

E guardo il cielo terso

spazzato dalle nubi

proprio a me di fronte.

Alle mie spalle invece,

levo il capo

e l’aria è cupa

e muta e sbigottita

pare fermenti

in improvvisi scrosci.

Ma forse il bianco impastato

dentro il grigio, va diradando

fino a dissolversi.

 

Noi,

distratti per un attimo

colti di sorpresa dall’azzurro in fioritura.

 

Dicono di marzo

che s’incapriccia per le vie,

scapestrato monello,

chiudendo e aprendo ombrelli.

Ma ogni mese vuole imitare il pazzerello

quand’anche per un lasso di tempo molto breve.

 

Il ronzio di un’ape dagli acini migrato

m’attraversa la strada

la mano scansa in viso

un invisibile passaggio

poco più di un solletico,

uno scatto all'indietro.

 

Per fugaci istanti

l’anima dimentica

le sue impervie vie,

è un’ombra che s’allunga

nella magia del sogno.

 

Ed io penso al fuoco

ai carboni accesi

alle caldarroste a due dita di novello.

E all’imminente inverno

al buio più propenso all’agognata quiete

in cui le rimembranze più in fondo custodite

tornano alla vita in quel rimuginare

dei miei pensieri, lento,

un logorio che spesso non approda a niente.

 

 

 

 Camillo Bombardieri - 09/10/2020 21:18:00 [ leggi altri commenti di Camillo Bombardieri » ]

Solo una parola:COMPLIMENTI

 Dedalus - 08/10/2020 23:00:00 [ leggi altri commenti di Dedalus » ]

Lirica a tutto campo in cui s’affacciano riflessioni e considerazioni legate al tempo con le sue intemperanze. Pensieri legati da un fattor comune "il tempo" che con la sua instabilità, incide sulla psiche di ognuno di noi, perchè le riflessioni della poetessa si riversano sul lettore. L’autrice non riesce a celare sconforto e pene che tra le righe emergono debordando come un fiume in piena. Ma lo sconforto è solo temporaneo infatti nella strofa che chiude la lirica pensieri nuovi affollano la sua mente rivolta "...al fuoco/ai carboni accesi/alle caldarroste a due dita di novello". Ottima performance.

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