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al testo di Ferdinando Giordano
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Fai per uscire ma il portento è che ti tengo a mente; e come per tutti i riferimenti è solo a mente che restano immutati. Sulla rena cellulosa di una scena di passaggio attribuito dalla sintesi delle orme sei il più esemplare camminamento dell’arcipelago - tu, isola maggiore, popolata di mostri che la pellicola mi ha fatto toccare con gusto palatino - eri l’ultima isola rimasta a galla precedente l’affondo verso un nuovo luogo da mandare a memoria. Mi ricordi l’inattendibilità delle narrazioni da proscenio e la ribalta dell’ipnosi autentica per le mani alla rinfusa. Una era la magia che dava la tua statura di pontiere tra le maschere l’altra la mappatura della voce in ogni direzione. Profonda come si vede, a più non puoi, a meno che tu offra ancora suoni a ripetizione da tanto lontano dove sei permesso all’eterno inoppugnabile per capirci.
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