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Cos pure il mio cammino

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La cresta innevata non spauriva. Non più della terra

quando tremava o il cratere era un ribollir di lava

Il pensiero… un pargolo talvolta portato in braccio

più spesso condotto per mano

s’arrendeva all’erta stanco

precipitando giù in prossimità del cuore

dove non era mai inverno e dove la quiete regnava

onorata promessa d’un tempo d’attesa.

 

L’unico oro a risplendere assieme al sole

il sorriso sbocciato a sorpresa 

un dono di attimi di spensieratezza

sfuggiti al groviglio d’un gomitolo.

Ma in quell’intrigo ostinata cercavo il filo

che avanzava lento e senza spezzarsi.

Così pure il mio cammino.

 Dedalus - 07/12/2020 18:04:00 [ leggi altri commenti di Dedalus » ]

Pensare che quanto leggo in questa lirica possa essere solamente esercizio poetico, come solo qualche mente bacata potrebbe pensare, sarebbe semplicemente ridicolo, e ad avvalorare quello che io dico basta leggere e cercare di vedere oltre le righe, di soppesare ogni parola "La cresta innevata non spauriva. Non più della terra/quando tremava o il cratere era un ribollir di lava". Provate a vedere o semplicemente ad immaginare lo spettacolo d’una terra che trema che si muove e diviene viva come quel cratere che gorgoglia ribollendo come fosse un pentolone. Ecco dov’è la poesia ... dove vengono veicolati i pensieri, le ansie d’un’anima i tormenti e le cause da cui traggono origine, e trasmessi ad un lettore che ne sappia interpretare i segni, le ferite e quant’altro"ribolle" nell’intimo.

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