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al testo di Rosetta Sacchi
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La cresta innevata non spauriva. Non più della terra quando tremava o il cratere era un ribollir di lava Il pensiero… un pargolo talvolta portato in braccio più spesso condotto per mano s’arrendeva all’erta stanco precipitando giù in prossimità del cuore dove non era mai inverno e dove la quiete regnava onorata promessa d’un tempo d’attesa.
L’unico oro a risplendere assieme al sole il sorriso sbocciato a sorpresa un dono di attimi di spensieratezza sfuggiti al groviglio d’un gomitolo. Ma in quell’intrigo ostinata cercavo il filo che avanzava lento e senza spezzarsi. Così pure il mio cammino. |
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