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al testo di Maria Teresa
L’ora
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L’ora
Aspetterò che muoia la mia sorte la notte nera, buia, silenziosa che sappia amarmi senza consumarmi che porti via con sé la mia condanna dove non ci son stelle a illuminare il buio e a dare un senso al volto della luna.
Arriverà e svestirò per lei le lunghe gambe che mi regalò e al sangue donerò il mio latte.
Arriverà ho già schiodato i cardini alla mia corazza denuderò del corpo solo l’apparenza consacrerò alle sbarre l’onda che mi frange.
Forse del tempo sarò un suo fuscello o solo carta che dimena il verbo
non c’è rumore ad annunciarne l’Ora.
Silloge Il viaggio 2016
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Maria Teresa
- 12/12/2020 03:19:00
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Interpretazione che più aderente al mio pensiero non avrebbe potuto essere. La pacata rassegnazione e la consapevolezza della meta della nostra esistenza terrena permette di allegerci del bagaglio inutile che appesantisce il nostro percorso, inutilmente. Grazie infinite Arcangelo per lattenzione
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Arcangelo Galante
- 11/12/2020 18:51:00
[ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]
Dalla lettura del testo, mi pare di intuire che il tema affrontato sia la consapevolezza dell’autrice di rimuovere il doloroso passato e accettare il presente, per quello che accadrà in futuro. E scrutandosi all’interno, ella si accorge che non ha realizzato alcuna resistenza al mutamento, che il tempo le apporterà, nell’esistenza propria. Cosicché, con saggia rassegnazione, accetterà di buon grado, il risultato che le verrà consegnato, nella fatidica ora. Una filosofica introspezione, velata di romanticismo, nella malinconica certezza che l’attesa temporale, inesorabilmente, è sempre inevitabile!
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