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al testo di Marco Galvagni
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La foresta è in fiamme, diventa abbaglio infuocato in una notte con un profumo di pioggia- nessuno sorride nella catarsi, io sortisco nella solitudine conservando il suo sguardo, i suoi occhi di perla.
Testa cocciuta, prigioniera sempre più umile il suo diniego penetrato in me (cristallo o quarzo variegati scintilleranno nella luce d’alba rugiada d’ogni nostro pensiero).
Per la via dei mille estremi spazzerò le pietre dal tuo incedere, senza il talismano (prezioso ed antico monile) che rivela i tuoi sorrisi inconsapevoli alla folla ma la mia pelle non ha tue lacrime.
I monsoni di primavera le balenano il guizzo d’esser posseduta da braccia altrui- pianta maggiore coinvolta nel gioco, trama vegetale a travaglio d’amore. Ah trapunta estrema della volta stellata scossa da un uragano che frantuma steli di luce. |
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