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al testo di Rosetta Sacchi
La tua voce l’ho udita raramente
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Non dirò nulla parola alcuna che possa ferirti ho memoria d’uno sguardo distante, l’orlo d’un precipizio nei momenti di tempesta Ora come un’ombra gioco con la luce. Spesso sul davanzale s’arresta il volo ondulato d’un fringuello è uno scontro di becchi con la cincia acuti e gorgheggi. La tua voce invece l’ho udita raramente quando le parole avevano il peso d’una carezza ed il tuo accento era la dimensione dell’Universo.
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Dedalus
- 16/01/2021 17:44:00
[ leggi altri commenti di Dedalus » ]
Leggendo i versi di questa lirica lio racconta una storia e come ogni storia ha una sua oggettivazione, o meglio direi proiezione, proiezione di una realtà, immaginaria o meno, ma pur sempre possibile. I versi nella loro bellezza sono lespressione sempre del pensiero.un pensiero che parla in questa pagina che decanta e supera il soggettivismo diventando universale nel momento in cui il lettore ne viene investito e si sente partecipe. Concedetemi di complimentarmi con lautrice.
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