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al testo di Ivan Pozzoni
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Ricordo, anni fa, la giornata all’ospizio di Sesto San Giovanni decine di vecchi a lanciar versi come in una voliera di barbagianni, declamavano di amore, campagne, tutti i luoghi comuni del creato molto simili a muezzin infoiati sui minareti del Califfato.
All’arte di Euturpe hanno dedicato un’intera giornata mondiale ai nostri eroi un anno intero a far versi non riusciva a bastare, cantano raggi di sole fino a condurre l’uditorio in stato di choc e io non riesco a cantare che di Ippocampi avvinghiati a cotton fioc.
Oggi sarà la serata mondiale del corso e concorso con claque che nemmeno il Berlusca da Barbara D’Urso, centinaia di scrittori inutili, inquadrati in mostra alle decine di manifestazioni la maggior parte in cerca di un’ora di noia e i soliti furbi a arraffare gettoni.
La giornata mondiale della poesia mi ricorda la Festa della Donna milioni di uomini in fila, con mimose, a cantare i loro osanna, lasciando bicchieri nel lavandino e mutande nella cesta che tanto, domani, a lavarli sarà compito della Festa.
[inedito, 2019] |
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