LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Marco Galvagni
|
|||
Refrigerio velato di carezze, gatta randagia dalle orbite di luce, mare cristallino in cui perdermi, occhi che palesano la sua mente sono la frescura di primavera- il suo cuore apparterrà ad una stella di giada.
Immergendosi nel velo di baci lei si desterà la notte, sussulterà stendendo su di me la sua rete di carezze per stupirsi dello scintillio del mio sorriso ebbro di gioia come quando-le gote rosse d’emozione-ne colsi il primo scintillio.
In queste ramature veleggiano con piroscafi altri naviganti, le mie palpebre dischiuse in un sorriso mostrano il bagliore dell’eco del fuoco- tu astro sceso per miracolo una notte dal camino ad illuminare la mia dimora.
Lei sonda la mia mente penetrando nell’anima. Gli aneliti scivolano in risa di dolore: squarciano l’aria delle tegole, l’impotenza altrui con una canzone minerale. Guarda le tue mani, puoi incrociarle alle mie; puoi aggrapparti a questo volo di farfalle.
|
|