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al testo di Alberto Rizzi
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Il tragitto non è punteggiato di croci lapidi
a percorrerlo non si ha percezione dei viventi che vi svanirono
Forse una loro anima ci sfiora in un momento di rammarico un brivido che le riporta a rivangare il passato
ma non v’è altro fino all’orizzonte se non la concretezza di case alberi figure d’occasione
Anche la notte presente è assimilabile a un contenitore vuoto
con la lucciolata obliqua del treno controvento e col caotico viaggio d’altri andanti un controluce quasi a fantasma di pensieri
E furon giorni bellissimi quelli accanto a te
(Tratta dalla raccolta inedita “Il mestiere e altri accidenti) |
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