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al testo di Tiffany McDaniel
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Otis stava fissando lo specchio, gli angoli aguzzi affondati nel palmo sanguinante. Stava sorridendo a suo figlio, disse. Nessuno gli disse che era solo la luce del portico, nient’altro. Vedeva suo figlio. Strillava tanto da farsi sentire dall’intera Breathed, per farlo sapere a tutti, e trasformare il chiarore dei lampioni, le luci delle case, i fari delle auto che si avvicinavano, in qualcosa di diverso, qualcosa di più.
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Non ero destinato a essere un uomo violento. Ero destinato a ereditare il carattere di mio padre. E di mia madre. Invece alla fine ricevetti in eredità il carattere di quella estate. Quell’estate divenne mio padre. E mia madre. L'origine della mia violenza.
A volte mi sembra ancora di dover sgomitare per farmi strada verso le fiamme, tra quella gente accalcata intorno. Un cazzotto a destra. Un calcio a sinistra. Devo dare tutto cio che ho per spegnere quel fuoco. È stata la battaglia della mia vita.
[ Le due poesie qui proposte sono un libero adattamento in versi della scrittura in prosa tratta da L’estate che sciolse ogni cosa, Tiffany McDaniel, Blu Atlantide, pagine 200 e 228 ]
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