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al testo di Bianca Mannu
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un rovo esausto stringe alla gola il mio cieco filo d’acqua: annaspo sospesa sui vuoti aperti dal passaggio assiduo di nembi – messaggi d’ombra che l’obliquo spasimo dei quattro venti insieme gonfia di minacce
dall’urto sguaina tagliente e repentina la luce a coltellate - non calde di sole ma di luna diaccia - in un torbido di brume
nella camicia di cenere le braci primigenie - pur male alimentate - contendono alla cocciuta legge della consunzione le molliche ultime di vita annidate nei cavi del cuore accartocciato …
sussulta da gatto il cuore digitante al ronzo delle mosche furenti di morte per poi tossire – in piena crisi asmatica - grumi d’alfabeti sul deserto della pagina. |
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