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al testo di Rosetta Sacchi
Noi, le mamme mancate
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Noi le donne che hanno pianto per tutti i figli uccisi dalle madri le donne che hanno amato i nipoti senza mai avere avuto figli che si sono tenute a distanza dalla gioia che a loro non spettava rimaste sveglie di notte a domandarsi il perché di tante violenze e tragedie Noi le donne che hanno amato senza alcun egoismo le donne sole padrone del tempo e della loro vita le donne libere sempre in soccorso degli altri sempre pronte a partire e col pensiero fisso ad un altro cielo Noi le donne senza esperienza che non hanno mai costruito nulla che si possa toccare che avrebbero salvato i bambini abbandonati piuttosto che i cani le donne che hanno portato la croce in silenzio le donne additate ed invidiate, spesso incomprese. Noi, le mamme mancate.
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Franca Colozzo
- 10/05/2021 22:29:00
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Ricambio i saluti con affetto e simpatia, augurandoti buon proseguimento della tua attività poetica. Buonanotte.
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Rosetta Sacchi
- 10/05/2021 12:44:00
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Franca Colozzo, che ringrazio per la sua lettura e saluto, approfondisce l’altro aspetto, quello che scaturisce dalla contrapposizione delle innumerevoli “mamme mancate” al mondo delle mamme che, per inesperienza e non solo (d’altra parte sono la storia e la cronaca a fornirci esempi a non finire di madri dal comportamento a dir poco “molto discutibile”) non appaiono degne di tale nome.
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Rosetta Sacchi
- 10/05/2021 12:41:00
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Con riguardo al commento di Dedalus, che ringrazio per il suo intervento, mi soffermo sulla sua conclusione “Stupenda lirica che significativamente la poetessa rende pubblica proprio il giorno in cui cade “la festa della mamma”. Questa lirica è in realtà un pensiero molto intimo e particolare, ricorrente, maggiormente sentito nel giorno della festa della mamma e vuole portare la sua attenzione proprio sulla figura delle “mamme mancate” per scelta o per caso o per sfortuna o per una serie di condizioni e vicissitudini che hanno caratterizzato la loro vita.
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Franca Colozzo
- 09/05/2021 22:59:00
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Una poesia suggestiva che suggerisce un universo di donne, le Vestali di tutti i tempi, quelle che hanno riversato su tanti bambini il loro amore materno. Di mamme mancate ce nè un esercito, ma non per questo meno amate. Così, zie indimenticabili per i propri nipoti che in loro hanno trovato spesso la serenità, al di là dellisteria che a volte contraddistingue la figura della madre. E che dire allora di tante madri non allaltezza del ruolo che è stato loro imposto o che si sono auto-imposte? Si dovrebbe fare un esame serio per diventare genitori degni e in grado di formare la prole. Non sono le madri mancate a farci riflettere, ma le madri inadatte al ruolo di genitrici che rappresentano un problema reale per leducazione della prole.
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Dedalus
- 09/05/2021 21:05:00
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"noi, le mamme mancate" un titolo ed una chiusa , un programma di riflessioni che deve essere centellinato, verso per verso, scandito lentamente ed in cui la donna è il fulcro "le donne che hanno amato i nipoti senza mai avere avuto figli", lessere che la poetessa idealizza forse marcando con un leggero velo dironia "Noi le donne che hanno amato senza alcun egoismo/le donne sole padrone del tempo e della loro vita". Ci troviamo di fronte ad una scrittura che è un esame di vita di una categoria di donne: le "mamme mancate", ed è in questa serie di riflessioni che lautrice mette il dito nella piaga, scavando a fondo e mettendo in risalto i pochi pregi e le tante rinunce dolorose, rinunce che valgono una vita, rinunce che gravano sullanimo, rinunce che costano molto care. Stupenda lirica che significativamente la poetessa rende pubblica proprio il giorno in cui cade "la festa della mamma".
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