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al testo di Bianca Mannu
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Sulle rive della Sprea una piccola s’è persa bianca di capelli antica ragazza.
Arcaica e così Bianca che senza riconoscersi si guarda riflessa dai lumi freschi di globalizzazione delle vetrine gotiche.
“Che fa lei qui simile a una formica stanca che cammina a vuoto da sette lunghi dì come se le tornasse nuovo aver lasciato il suo covo e quel vaso a uovo di cotto dove a stento alleva una «begonia discolor» laggiù sul calcagno dell’Isola del Lapislazzuli mar?
Nel cuore della Prussia si aggira un po’ perplessa? Da questa babilonia di segni e di sentori crucchi di tracce dei vecchi orrori è sazia e intormentita?”- chiede a lei la faccia mia stranita
Scoccano teutoniche dal campanile a cuspide maiolicato in verde le Stunden/Uhr sopra la Brandenburger Tor
Stunden con punta d’or! Teutonica mente affiggono a un cielo plumbeo la bronzea quadriga della Valchiria alata: una Nike grexata
E ancora bronzi bronzi e falsi ori - che mezzo mondo pianse - a incombere tra il verde rabbuiato su parchi e su giardini curati con germanico ripicco
Ma alla formica in tour i formicai stranieri con vezzi dietro ai vetri di cortine schiuse a cuore su vasi di finti narcisi non destano stupore
Tranne l’ossequio per le simmetrie geometriche sono simili al suo che rosso-fiamma ostenta invece una begonia sulla rozza cornice del balcone dove i suoi tramonti accesi spiando va infervorata e sola
Da lì - ecco la nostalgia!- almeno col maestrale vola e non scrive cilecca qualche sua parola.
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