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3 epistolare

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i ricordi sono lungaggini alla cova delle foglie
e crepitano
come biscotti
e io vorrei tradurre tutto questo in una lingua comprensibile
poi mettere due dita d’acquasanta sulle labbra
e abbeverare i silenzi come si fa con le piante grasse

penso che ne farò dei medicamenti
sai, io credo che farò il contraffattore
e scimmiotterò le raucedini ai gabbiani semplicemente

saranno effetti collaterali da bugiardino
sapessi io leggere almeno i segni
applicare soluzioni
scomporre le distanze in fattori primi
avvicinarmi al cielo dei tuoi capelli salati e liberi

ma se questa esistenza si fa di bello e cattivo tempo
mi chiedo che senso abbia la gola arsa
la luna che provoca; e se svegliarmi
è come nascere
allora
rimboccherò il capo ai pensieri, stasera
e dirò che ho fatto un giro, perché in fondo
sono le solite cose, e se non lo sono
resta comunque il coro
di luci da spegnere una ad una
fino alle più lontane
come fossero vere

 Laura Turra - 16/06/2021 07:34:00 [ leggi altri commenti di Laura Turra » ]

Meravigliosa poesia. E una chiusa su cui restare. Ritrovare la tua lingua così colma, così peculiare, è il dono di oggi.
E ora mi lasci il desiderio di leggere la 1 e la 2, ma si sa, a volte le lettere vanno smarrite. Ciao Fausto!

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