LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Carla Vercelli
|
|||||
Di getto sono i coriandoli -e non è tempo
i confetti, il riso -ma lo è stato il latte, l'acqua che bolle fuori un poco lo zampillo, la fontana, la cascata di quel sentiero che sa solo Dio dove conduce, il falco pellegrino sulla preda -mi pare un nibbio, non si discute- La chiave che ti lancio e tu la prendi e non capisco se sono io dotata di mira o tu che non sei distratto per niente. Di getto è il calcestruzzo del muratore nel piazzale, un pallone che t'attraversa e tu rilanci come a dieci anni, le braccia al collo, gli abbracci -e non è festa. Di getto il germoglio e l'albicocco quando all'improvviso nella notte canta una canzone rosa, in sordina -strepitosa. Di getto è l'acquerello, un'ora anche meno- è concluso, tornare indietro non puoi -e questo è il bello. Quando leggo o scrivo poesie a caso, un po' per tedio e trovo sempre. Di getto è il metallo liquefatto e caldo del tuo sesso. Ed io la forma. |
|