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Sei tra le cose che ad ogni istante mi narrano

del tempo che passa del tempo che muta

di una fragilità che è nuova speranza

 

Sei tra le cose verso cui volgo lo sguardo

un lume cinque bianche conchiglie gli spigoli

aguzzi di una piccola pietra il quadrante

fosforescente d’una radiosveglia

 

Intangibile ma eterna sostanza

 

Sei tra le cose che metto da parte

per i momenti di quiete

che muovo che scambio che coloro

o nascondo nel grigio di un’ombra

 

parola nel silenzio più sacro

 

Sei tra le cose possibili e le immaginarie

tra il desiderio del sogno ed il tormento della vita reale

tra un corpo che cede e l’anima che non s’arrende

 

Sei il peregrinare d’un pensiero assetato di luce

che colma ogni vuoto attenua ogni assenza

sei tra le cose divine che non si toccano

tra le cose che esistono

senza che si possa provare la loro esistenza

 

 Sei tra le cose che sfamano

e accrescono il senso di fame

Sei un primordiale bisogno per la vita

perché il viaggio continui in eterno.

 

 

 

 

 

 Dedalus - 01/11/2021 23:11:00 [ leggi altri commenti di Dedalus » ]

Mi piacerebbe mettere a confronto le liriche di questa poetessa con quelle di qualcuno più noto, di qualcuno che ha trattato il tema del disorientamento esistenziale, della solitudine e dell’assenza. Tema che trova terreni fertili in molte vite umane, quando la desolazione produce effetti che lasciano segni profondi e che riescono a far produrre in poesia opere di acclarata eccellenza (vds la Merini). Dopo questa premessa il contenuto è l’immagine di uno "status", di un modo d’essere, di un bozzolo all’interno del quale vive un’anima universale che, immagine dopo immagine, mostra la sua percezione e che in quel "sei..." manifesta il "clou" del suo pensiero che tocca il culmine negli ultimi due versi "Sei un primordiale bisogno per la vita/perché il viaggio continui in eterno". Poesia che è "poiesis".

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