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Vaghiamo sulla terra in un girone

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Vaghiamo sulla terra in un girone

che non sappiamo esistere al passaggio.

L’infanzia un tempo carica d’affanni

ora ritorna stagione di meraviglia.

E’ nero è incerto il giorno che ci attende

irto di ostacoli ed indecifrabile

e mette a repentaglio la meta

d’una quiete conquistata a gran fatica.

 

Indietro ci sono le speranze le prove superate

gli scogli l’infinito come ci appariva

ed i sogni-miraggi mai demoliti

propensi come eravamo all’entusiasmo

e alla fede di non essere soli nella vita.

Eravamo casti nei pensieri e nelle opere

ingenui persino nelle omissioni

Ora siamo cattivi prigionieri

del vuoto che abbiamo edificato.

 

 

 

 Dedalus - 20/11/2021 22:57:00 [ leggi altri commenti di Dedalus » ]

Poesia che possiede una forza catartica non comune e che per un certo verso considererei verosimilmente intrisa da un certo che di fatalismo e che allo stesso tempo rivangando il passato restituisce all’autrice quel tutto ciò che le è sfuggito "Vaghiamo sulla terra in un girone/.../L’infanzia un tempo carica d’affanni/ora ritorna stagione di meraviglia". Nella sua poetica riscontriamo accenni di stati emotivi carichi di pathos, in cui l’anima ed il cuore vanno di pari passo colmando i versi di emotività, quella stessa emotività che diventa di volta in volta speranza che in questa scrittura paradossalmente viene a cadere nella strofa finale "Eravamo casti nei pensieri e nelle opere/.../Ora siamo cattivi prigionieri/del vuoto che abbiamo edificato".

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