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al testo di Rosetta Sacchi
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Nel combattere la luce con l’opacità colgo il tuo nutrirmi d’assenza attraverso un cielo dove il pensiero aveva la sua dimora mi poso sulle sue brevi soste
Mi suggestiona un silenzio ghiotto di sensazioni e lascio che il terreno ingoi ogni storpiata sillaba ogni incrinatura della voce ogni scricchiolio
Oltre il frammento è l’immaginare violini amputati delle corde e colgo il vuoto che mi sazia ed inseguo il colore stinto sulle altrui dita
Mi suggestiona il tempo gonfio di rimproveri e lascio che l’onda ogni sorriso spento ogni ricordo mi travolga.
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