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Scrivo su di un foglio la vita o quel che ne rimane: per leggervi dentro una diversa sintassi di ore.
Ho inseguiti i miei anni quando ancora ne avevo l'età, perché un incanto non sortilegia il tempo, ma lo riduce a parola, a segno.
E di nuovo mi specchio in un vetro che ha per riflesso il futuro una maschera antica che precede ogni verità. E di nuovo t'invoco tra i fianchi e il tuo nome, talamo di bellezza il tuo vólto:
il pianissimo della mia felicità.
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Salvatore Pizzo
- 20/03/2022 02:38:00
[ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]
"perché un incanto non sortilegia il tempo, ma lo riduce a parola, a segno."
Davvero scrivere è un incanto, soprattutto, quando i segni che lo evocano, originano nel lettore una sensazione di bellezza infinita, come in questi tuoi versi. Un caro saluto e grazie.
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