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Fra le camere di cui evocavo più spesso l’immagine nelle mie notti d’insonnia, nessuna assomigliava meno alle camere di Combray, dove aleggiava un’atmosfera granulosa, densa di polline, commestibile e devota, di quella del Grand-Hôtel de la Plage a Balbec, i cui muri verniciati a smalto contenevano, come le pareti levigate d’una piscina dove l’acqua azzureggia, un’aria pura, celeste e salina.
[ libero adattamento in versi di una parte di testo tratta da Nomi di paesi: il nome, parte terza di Dalla parte di Swann, in Alla ricerca del tempo perduto, Marcel Prosut, I Meridiani Mondadori, trad. G. Raboni ]
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