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al testo di Gil
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Ti scrivo qui della gioia di parlarti di stare davanti a quel che tu sei per me anche se non ho molte parole per dirlo e cerco invano un altro dizionario. Ti parlo della gioia di vederti e di quanto il tuo viso consoli il mondo anche se il mio è un guardarti di lontano; conosco la tristezza delle mani che non toccheranno mai un tuo respiro né la felicità del tuo calore. Ma non importa questo mio esilio della non appartenenza, lo comprendo nella distanza delle nostre figure: mi possiedi e io ti voglio ma le dee fuggono i mortali e la bellezza ogni altra forma. |
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