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al testo di Gil
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Amo darmi una mano tra il tramonto dell'alba e il sogno che si fa crocevia o croce dolente di rimprovero.
All'aria azzurra del mattino affidai l'esuberanza dei sentimenti ma mi crescevano in seno i sensi insidiando la gola con le acque mantenute segrete negli occchi di un pronome sfibrato da una sottile veste di donna che intuiva nelle sue trasparenze l'esistenza di una lingua d' altrove.
Ora sono qui all'elencarmi dei morti fardelli d'attesa che piegano le spalle o sollevano le mani all'emersione dal fango della gioia: il mio giogo estatico terminovia degli ultimi giorni spoliazione dell'io in ogni parola afasia di un ritrovato smarrimento.
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