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al testo di Rosetta Sacchi
Spesso della stupidit ho sognato lapice
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Spesso della stupidità ho sognato l’apice. E su immaginarie vette l’ara dove si pesava l’attimo svestito della sostanza dell’Eternità. Ed ho provato una strana quiete il formicolìo d’un falso fermo... il lago assopito sotto l’alito distratto d’un vento antico.
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Angelo Naclerio
- 30/09/2022 13:44:00
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Non so. Nelle frenesie dei nostri tempi tecnici, nel ribollire ovunque delluniverso può apparire insulsa la quiete, e se fossero invece i nostri sensi incapaci di coglierne lonnipresenza?
Pensieri in libertà per una apprezzata lettura.
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