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Orientarsi sulla volta celeste

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Una delle cose che ha alimentato la mia voglia di conoscere il cielo è stato trovarmi tra le mani una cartina riportante stelle e costellazioni. La trovai su una rivista mensile di astronomia che comprai in cartoleria, un po’ per passione, un po’ per curiosità: riportava tutte le costellazioni visibili in quel mese (cartine astronomiche, più o meno serie, si possono trovare anche in alcune librerie). Mi armai di una piletta schermata, in modo che la luce non disturbasse troppo le pupille dilatate dal buio, e incominciai l’impresa. All’inizio mi accontentai di riconoscere le stelle principali e le figure che formavano in cielo, poi iniziai a voler capire la posizione dei pianeti principali, e, quando c’erano, delle comete (sempre rilevabili dalle riviste mensili di astronomia). Su una carta del cielo sono spesso riportati segni e numeri strani che, una volta conosciuti, possono aiutarci a conoscere meglio la volta celeste e a individuare su di essa gli astri, come pianeti, comete, ecc.. E’ per questo che una volta procurata la cartina conviene imparare a leggerla in tutte le sue parti, può essere allora utile conoscere semplici nozioni sulle convenzioni adottate e sui sistemi di coordinate utilizzati per individuare gli astri.
Tutte le stelle sembrano fissate su una sfera celeste di raggio grandissimo, nel cui centro si trova l’osservatore. Ogni osservatore ha un suo orizzonte, il piano dell’orizzonte, se prolungato all’infinito, interseca la sfera celeste a formare l’orizzonte celeste. La verticale dell’osservatore (filo a piombo) sopra la sua testa incontra la sfera celeste in un punto che si chiama Zenit del luogo di osservazione; diametralmente opposto, quindi non visibile, perché dall’altra parte della Terra, è il Nadir. Il piano che contiene l’equatore terrestre interseca la sfera celeste in quello che si chiama equatore celeste. La perpendicolare all’equatore terrestre, passante per il centro della Terra e per i poli nord e sud, è l’asse polare della Terra, prolungandolo fino a incontrare la sfera celeste individua su di essa i poli celesti nord e sud; il polo celeste nord è indicato in cielo dalla Stella Polare. Una linea immaginaria molto importante sulla sfera celeste, in genere riportata sulle cartine, è l’eclittica. Essa è l’intersezione sulla sfera celeste del piano su cui giace l’orbita della Terra nella sua rotazione intorno al Sole; lungo la linea che individua l’eclittica si sposta il Sole percorrendola interamente nell’arco di un anno. L’equatore celeste e l’eclittica formano un angolo di 23,5 gradi. Un astro si individua sulla sfera celeste attraverso un sistema di coordinate; i due sistemi principali sono quello equatoriale e quello altazimutale. Il primo individua sulla volta celeste un sistema di coordinate simili a quelle che si usano sulla Terra, coi paralleli e i meridiani, però la latitudine si chiama declinazione e la longitudine si chiama ascensione retta, e si misura sull’equatore celeste a partire dal punto di intersezione di quest’ultimo con l’eclittica (detto punto equinoziale di primavera e indicato sulle cartine con la lettera greca  (gamma); in questo punto il Sole vi si trova il 21 marzo). Le coordinate altazimutali usano, invece, per individuare un astro, l’angolo di altezza sull’orizzonte, misurato in gradi, e l’azimut, misurato, sempre in gradi, lungo la linea dell’orizzonte celeste a partire dal punto cardinale Sud.
Per orientarsi sulla sfera celeste e riconoscere le costellazioni, sono necessarie alcune operazioni preliminari. Prima di tutto sarà bene trovare la Stella Polare. Per questo si deve determinare il punto cardinale Nord sull’orizzonte. Si può usare una bussola (oppure in modo più approssimativo si pone il punto dove tramonta il Sole alla nostra sinistra, in faccia avremo il nord). Da questo punto si sale verticalmente di un angolo pari alla latitudine del luogo (per l’Italia varia da 36 a 47 gradi andando da sud a nord) - allungando il braccio, aprendo la mano e allargando le ditta, dalla punta del mignolo alla punta del pollice sono circa 22 gradi -, si dovrebbe trovare una stella che spicca rispetto alle altre circostanti anche se non è troppo brillante, la Stella Polare (non è fra le stelle più luminose del cielo) la Polare fa parte della costellazione dell’Orsa Minore o Piccolo Carro; immediatamente vicino a questa costellazione si trova l’Orsa Maggiore o Grande Carro, dalla parte opposta a quest’ultimo si trova Cassiopea (che ha una caratteristica forma a W), tra l’Orsa Maggiore e la Minore, quasi a inglobare quest’ultima c’è una striscia di stelle che formano la costellazione del Drago, e così via. Non è qui possibile spiegare tutte le costellazioni ma con una cartina non è difficile cercare di ritrovarle in cielo.
Una volta individuata una costellazione c’è però da ricordarsi che si sposterà nell’arco di una notte, a causa della rotazione della Terra intorno al suo asse. Inoltre, le costellazioni visibili cambiano anche nell’arco di un anno a causa della rotazione della Terra intorno al Sole, questo fa sì che le costellazioni invernali siano diverse da quelle estive; vediamo sempre le costellazioni opposte a dove si trova il Sole, che, nell’arco di un anno, si muove lungo l’eclittica (in realtà è la Terra che gli ruota attorno) tra le costellazioni dello Zodiaco. Questo è una fascia che si trova sull’eclittica. Gli antichi lo divisero in 12 segni di 30 gradi di larghezza ciascuno, ai quali diedero il nome delle costellazioni che in essi si trovavano. In questa fascia si trovano tutti i pianeti ben visibili a occhio nudo (Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno). Sono facilmente riconoscibili perché particolarmente brillanti rispetto alle stelle circostanti e non segnati come stelle sulle cartine. Per sapere quando è il periodo migliore per osservarli si possono consultare le riviste mensili di astronomia, le quali riportano le ore di osservazione e la posizione rispetto alle costellazioni.

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