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Il rivale

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Forgiata nel corso degli anni

porta la benedizione e la cenere

morde emettendo sibili acuti

ogni foglia del sottobosco-

ha occhi di lucciola libera

nel transitare accesa come un lapillo.

 

Aprimi le tue labbra, fiamma di luci,

per cogliere il varco al tuo astro,

per aprire tutte le porte del cielo-

io perso nei sogni tuo prigioniero

dei lineamenti leggiadri,

della simmetrica figura statuaria.

 

Saranno inumidite le lenzuola?

Il mio silenzio è voce d’uomo

che t’indica la via maestra.

Rotoli nell’erba palpeggiata dal rivale

il vecchio sudore del seme un rampicante

di farina che scivola sino alla tua bocca.

 

Ah lievi, pazze coppe agili

aria che scende in un mare a valle

come il sole a forma di colomba.

Ah sapori, palpebre d’ala viva

con un tremore di fiori.

Ah cosce snelle di miele svestite.

 

 Annalisa Scialpi - 25/10/2022 18:48:00 [ leggi altri commenti di Annalisa Scialpi » ]




Molto bella questa tua poesia. C’è un panteismo dannunziano,

ciò che gli antichi sapevano, cioè che siamo l’universo intero

e ogni elemento è la coppa da cui si sorseggia il divino elisir...

... Soprattutto nella mancanza...

grazie per la condivisione

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