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al testo di Marco Galvagni
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Forgiata nel corso degli anni porta la benedizione e la cenere morde emettendo sibili acuti ogni foglia del sottobosco- ha occhi di lucciola libera nel transitare accesa come un lapillo.
Aprimi le tue labbra, fiamma di luci, per cogliere il varco al tuo astro, per aprire tutte le porte del cielo- io perso nei sogni tuo prigioniero dei lineamenti leggiadri, della simmetrica figura statuaria.
Saranno inumidite le lenzuola? Il mio silenzio è voce d’uomo che t’indica la via maestra. Rotoli nell’erba palpeggiata dal rivale il vecchio sudore del seme un rampicante di farina che scivola sino alla tua bocca.
Ah lievi, pazze coppe agili aria che scende in un mare a valle come il sole a forma di colomba. Ah sapori, palpebre d’ala viva con un tremore di fiori. Ah cosce snelle di miele svestite.
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