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al testo di Filippo Di Lella
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Liberaci Signore
Dall'idea del paradiso, Della purezza, Del peccato. Liberaci Signore Dal dubbio, Quello che si sa è incertezza E autobomba. Liberaci Signore Da Dio, Dal Nemico, Dal premio Nobel. Dalla ragione e dal contrario di tutto, Dalle vecchie coperte, dalle pulci, Dalla tv a cinquemila canali. Liberaci oh Signore Dai ricchi, ti prego, Dai banchieri, Dagli aguzzi denti del potere. Liberaci Signore, Affrancaci dal peso della vita, Dal contrapporsi di odio e felicità, Da tutte queste rose, da tutte queste lune. Oh Signore mio, Insegna la civiltà a suon di bombe, Fai sentire il tuo rancore, Distruggi tutti i profeti e i giusti e gli altri. Lasciaci, Signore, Come bimbi stupiti davanti al mondo nuovo Senza più templi, né ministri, Lasciaci ridere ancora un po' Dei riflettori accesi Sui posti vuoti Di questo immenso teatro, Di lucette intermittenti e neve scolorita, Dei cuori candeggiati. Assediati dal freddo, Signore, Assiderati da banalità, Persi. Persi nel mediocre, nell'osceno, Vaganti in nuvole di Hemingway, Labbra di Esenin, Persi e soffocati da un mare di fogliame Sotto il rumore D'una Venere che piove giù dal cielo, Una Callisto trafitta, Il cigolare d'un tram. Dacci oggi il nostro rancore quotidiano Vendica tutti i peccati Come noi schiacciamo i nostri debitori, E non ci indurre in tirannia Ma appendili a testa sotto, Liberaci dal male, Dacci oggi nuova fame, ancora voglie, Mille e mille sudori freddi, Così in cielo Così in piazza. Liberaci dai verecondi, Dai paraculi, Salvaci Signore Da chi disserta a piene mani di famiglia tradizionale E affonda i piedi nel fango di una statale, Da chi si lava solo a messa ed è tutto a posto, Da chi si salva e si è salvato, Dai Pilato, Dai Cesari Augusti, Redimici da noi stessi, tu Creatore Ché hai fatto anche il male -e diranno ha fatto anche cose b...-. Così in cielo Così in piazza. Così... La terra. Così... Il Natale. |
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