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al testo di Teresa Cassani
Sconosciuta
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SCONOSCIUTA La macchina veloce curvò verso il cancello aperto il vento agitava le piante. Lei era già scesa dal mezzo e mi venne incontro. Come stai? Come stai? Eh, come sto, come sto… Non sai di me? No, cosa? L’alluvione... Ah, già. Ah, già. Ma tu- aggrottò le sopracciglia- sei di Ferrara, no? No, di Ravenna. Ah, già. Di Ravenna, di Ravenna. Non se lo ricordava ancora, dopo vent’anni. -Povera gente! Tutta quell’acqua! Quell’acqua!- strinse le labbra. Adesso ristagna. Già… scusami, non ti ho telefonato per papà- fece un sospiro. La guardai. Per mamma- si corresse. Non importa. Ti offro un caffè? No, non lo prendo mai. Ah, già! Ah già. Guardò l’orologio impaziente. -Un’altra volta parliamo! Adesso doveva proprio andare. E anch’io.
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