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al testo di Caterina Alagna
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Torbida è la notte oltre le sue viscere pregne di rugiada, oltre i suoi occhi che tra le pieghe nascondono una tempesta rannicchiata a piovere lacrime di porpora, a rammentare un’infausta decade, epoca di mare senza sole. Torbida è la notte e un suo bacio già s’adagia sulle pieghe della sua sottana, sulla pelle derubata al sole che trasuda stille di amianto, il ricordo di un pensiero affamato di coraggio che ricamava nubi soffocate dal pianto. Torbida è la notte tra le rughe della sua voce che paventa la luce di una poesia a intessere note d’amore tra i tessuti sublimi del cielo, che piove cascate di oro e veleno sulla terra affiorata di maggio che germoglia in spiragli di canti e profumi di rose. |
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