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Lenti passi di un cieco perdono

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Affranto giaciglio

immerso

tra aguzze

onde del mare,

ove un cuore,

disteso

tra i fili sottili

del tempo,

erge il suo capo 

sin sopra

le stelle bambine

levandosi

dal riflesso

cupo

di un fuoco

sacro,

dallo sguardo

di un fosco

passato,

dai morsi tetri

di un angelo

che il nudo suolo

ha di regno.

 

Silente

e sfibrato

dal tocco di giorni

di tenebra

e pioggia,

senza commiato,

senza occhi di gaudio,

né alcun respiro

ove trovare il denso

profumo

dei fiori di prato,

il mio rimpianto

si avvolge stretto,

stretto

tra le fluide coltri

di una nebbia

che muta rincorre

i lenti passi

di un cieco perdono.

 cristina bizzarri - 05/10/2023 20:24:00 [ leggi altri commenti di cristina bizzarri » ]

Avendone letta una poco fa, ritrovo qui uno stile e un modo/mondo caratteristici. Mi permetto, da amica nella poesia e anche se non ti conosco, di dirti che sfronderei alcune parti che a mio avviso sono inutilmente ridondanti e... un pochino retoriche. Lascerei l’essenziale senza inutili rovesciamenti sostantivo/aggettivo e senza aggettivi che appesantiscono e fanno un pochino "déjà vu". Sempre a mio avviso il testo ne guadagnerebbe in scorrevolezza e limpidezza. Spero non ti dispiaccia che ti abbia espresso il mio parere, anch’io scrivo qui, da "poetessa senza pretese". Se mi leggerai, sarò contenta dei tuoi consigli e pareri. Ciao!

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