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al testo di Paolo Ottaviani
GLI SPARTITI DI PIERO
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GLI SPARTITI DI PIERO (In memoria)
“C’è scritto, basta leggere”. E dal foglio tormentato di chiose - a Montedoro è già scesa la sera, (ci ha sorpreso come ogni sera) - quel “vento di rabbia” si alza e si placa tra le tue mani e la chitarra, laggiù “In Palestina”. Chissà quale mistero mi portò dentro la tua leggerezza antica, in quel confuso fiume di parole senza miraggio di foce nel mare… …già eri nel mare e nel vento a seguire quelle faibles nuances della voce: “ascolta com’è puro questo suono!” quasi gridavi da quell’altra stanza nel tuo eterno vagare plongé sempre un poco al di là dell’immediato contatto, quasi fossi sollevato da terra, come smarrito in quel cielo che ti sfiorava la fronte e brillava negli occhi, non scendeva mai la sera sul tuo volto chiaro, ti prendeva alle spalle, infedele come un gatto, ma non portavi rancore alla sera, alla vita che fugge, a tutto ciò che finisce, ingannavi il tuo tempo perché già eri oltre il tempo, già sapevi che non c’è morte, ma gioia nel vento.
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