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al testo di Amina Narimi
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Io ti starei in pancia, figlio mio, appoggiata al cuore sacro del tuo nome- con lo sguardo stupefatto e senza peso - giacendo indistinguibile e morendo come l'agrifoglio per la quercia. E’ mattino pieno nella notte dove andrei se avessi voce per Natale non conosce tregua nel respiro la mano che bisbiglia e ricomincia dal silenzio al rosso della festa. Lo sguardo nudo che solo porto in dono è una luce rovesciata piccolissima che ti sente deglutire ad ogni passo per essere ogni cosa quando cresce. |
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