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al testo di Salvatore Pizzo
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Erano questi gli arbusti, sicuro ne sono: sapevan tanto di morte, così vizze le foglie sui rami stecchiti, avvolti in sudario candido e denso di ragnatele. Poco più in là stava l'uomo in pietra sotto il ginko biloba: stanco e sordo agli schiamazzi di fine scuola, in quell'andare di gavettoni nel viavai di sole e luna di giugno. Ora, che il solstizio s'appressa inverno e le pupille tornano a spandersi, verdi li trovo che brillan radiosi come non fossero mai morti invero.
Mi direte: che c'entra giugno con dicembre e le festività in divenire? Nulla all'apparenza, ma se si tiene conto della circolarità delle stagioni, ecco che può sembrare fulmineo andare da giugno a dicembre in un batter di ciglia, ritrovandosi a farsi gli auguri di buone feste. Auguri tanti e di cuore: possano queste festività essere occasione di rinascita e serenità. Un abbraccio a stretto giro d'orizzonte ........w..... |
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