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al testo di Rosetta Sacchi
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Ora che la solitudine non è in delirio e a sé converte difetti e pregi strépiti la musica e nel suo vortice risucchi ogni grinza ed ogni verso
perché non s’oda un tuono di tempesta ed il silenzio canti con nitido fragore là dove ogni provvisoria meta odora del suo labile trapasso
L’anima esulti e da cavernosi anfratti con il fiato vergine primitivo replichi vagiti e non sia ferita ma promessa di riconciliazione. |
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