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al testo di Gil
Padre
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Fui nutrito, padre da tenerezze e fragilità - il latte dei destini incompiuti, il pane delle vite sulle vie laterali della Storia -.
Eppure c'è in noi uno spirito che non si arrende una matrice che non arretra ma carsica bagna le viscere e sfiora la luce segreta delle trombe che dal cielo gli asfalti frastuona e le vite degli adulti fino al pianto.
Quali parole ci sono mancate? Quali silenzi ci sono sfuggiti?
Ora che l'assenza risuona gli echi dei morti, tu, padre, non muori nel sangue che trascende il ricordo ma in me nello specchio ti ritrovo ccon il rimpianto dei sogni perduti.
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