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al testo di Ivan Pozzoni
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Da due, o tre anni, mi trovo trascinato dalle onde, franco banchisa, nei freddi mari d'un'esistenza senza via d'uscita, rimandato, d'assunzione in assunzione, a assunzioni in cieli intarsiati di modica, cifra, su delusioni.
I soldi son finiti.
Gli amici, dementi, sventrati dentro, in cerca d'oro, nei letti di fiumi asciutti, nei letti asciutti di fiumi di lacrime.
L'amore, con l'A maiuscola, neanche so cosa sia, dove si nasconda.
Batoste subite, obiettivi caduti, sensibilità eccessiva, mixtum micidiale d'isterici barbiturici nella sensazione tremenda dello scorrere immobile d'anni futuri, danni futuri.
Non se ne esce, da soli, in orbita dentro universi d'occhi sconvolti; non se ne esce, da stelle, serenità decadenti.
[Lame da rasoi, 2008] |
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