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al testo di Ivan Pozzoni
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Prova a dire a chi muore ch'io sono ancora vivo nella brutta condizione d'un brutto incubo, che anch'io, ermetico, mi sto lasciando morire dentro, a forza di ricevere illusione e calci nei denti.
Perché non mi sono sentito amato come desideravano i nostri cieli scuri; m'hanno fatto sentire un dramma di mille chiaroscuri!
Perché, abbandonato, tradito, in un momento duro, vedo dolore, nebbia e futuro.
Perché devo rinunciare a tutti i miei obiettivi: non ho una lira; ieri sera, tu, hai visto lui, senza dare a me una fondina, abbondante di cassoela!
Perché mi sento orrendo nelle mattine sconfortanti, abbracciate ai miei cuscini, e non riesco ad amar nessuno, senza amarmi.
Perché non mi va di scriver lettere alfabetiche che corran verso il basso; avere una laurea, di sacrificio, non è servito a un cazzo.
Perché non ho una casa.
Perché ho una micia scema: tutte le volte che la tocchi crede che la vuoi menare; perché vedo dove sto e stiamo correndo, e dove vorremmo andare.
Perché devo andare dal dottore una volta a settimana; perché tra tre anni sarò un Berlusconi, senza bandana.
Perché, a volte, sento un male dentro che è tremendo; perché ho amato solo troie, e, forse, mento.
Perché sento che la vita non ha senso e che Dio m'ha abbandonato; perché tutti dite che la mia cultura è straordinaria, ma a me sembra che m'abbia sempre condannato.
Perché se mi osservo le mani, vedo mani da malato.
Prova a dire a chi muore tutto, e ricordagli che ho solo ventisette anni; ed io, riuscirò a dire, dietro le tende della morte: "Se hai creduto in me vuol dire che son forte...".
Quando tutto sarà finito manderemo all'aria 'sto mondo di merda, e tutti i bastardi che ci stanno dentro, con la nostra soddisfazione.
Prova a dirlo a chi muore: chissà che una scarica elettrica o sussulti di rabbia gli ridiano vita, sogno ed emozione.
[Mostri, 2009] |
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