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al testo di Marina Pacifici
Le ali della Libert
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Imperversa la burrasca infuria il fortunale indomita e mai rassegnata mi levo in volo nel grido del maestrale.
Procellaria pugnace sfido la tempesta, in alto la spada riluce l’argentea elsa.
La primavera Nella quiete di bonaccia più non tornerà, sfiorito per sempre il soave passato all’ombra dei lillà.
Cavalcando la folgore si parte all’offensiva con l’audacia di valchirie fiere verso l’incognito orizzonte si va.
Il coraggio strenuo di chi parte all’avanguardia nella notte oscura.
Femminile progenie d’ Atena e di Marte al cielo la spada levata senza tremore o paura.
Oltre gli inganni dell’esistenza, le ingiurie ed i dileggi, nel cuore la pietrificata pena disciolgo gli ormeggi le chiome disciolte dal vento alla prua, nel fiero e tenace sguardo d’Atena.
E via nell’azzurra carezza della marina immensità. Soltanto la strenua volontà di donna al sestante si salpa nel bacio del grecale dispiegando indomite ali di Libertà.
Marina Pacifici
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Giuseppe Terracciano:
- 07/03/2011 14:33:00
[ leggi altri commenti di Giuseppe Terracciano: » ]
Mè piaciuto il passaggio: "il soave passato/ allombra dei lillà". La poesia secondo me poteva finire "con laudacia di valchirie/ fiere verso lincognito orizzonte/ si va". Il resto mi sembra di troppo. voto: 7 +
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