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al testo di Loredana Savelli
il crollo degli idoli
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sembra plasmi la terra con le mani focose, invece lavora a maglia -
è in penombra e vede luci minacciose come erinni
perciò abbassa le tende e sottovoce impreca contro certi idoli - vorrei dire a mia madre cosa ho capito dell’essere figlia
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Pietro Menditto
- 04/04/2011 08:15:00
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come è evidentre ho difficoltà nello ms crivere. La persona che mi aiuta non è ancora qui e i miri occhi dtanno risentendi di qualcodìsa, così come la scicurezza nella digitZìione, perdonatemi.
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Pietro Menditto
- 04/04/2011 08:12:00
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Ogni tanto, anzi spesso, ci regali una perla. Hai dipinto tua madre e te stessa come meglio non avrebbe saputo fare ub grande (e tu lo sei). Provo sempre ammirazione per qurlo che scrivi, anche se non ti sto commentsndo molto in questi ultimi tempi, ma credi che il passato testimoni a mio favore.
Ti voglio bene,
Pietro.
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Loredana Savelli
- 03/04/2011 21:30:00
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Grazie Nando per la tua attenzione sempre così generosa. Questo è un tema che mi è molto caro. Nel testo metto in relazione tre generazioni di madri (e di figlie): è quasi una resa dei conti tra adulti. Certe dinamiche personali non possono mai dirsi veramente risolte, le figure genitoriali per molti continuano a rimanere "idoli". Mi rendo conto di non essere riuscita a chiarire questi concetti e del resto la riflessione non è conclusa (forse la mancanza di punteggiatura rende lidea?). Un caro saluto
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Nando
- 03/04/2011 20:43:00
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Il confronto muta nel tempo, più avanzano gli anni più viene "schiacciato" il nostro orgoglio di essere altri, diversi dai nostri genitori: letà "troppo" adulta ci rende per certi versi, sovrapponibili. Una poesia di cui mi sfugge ancora la corretta interpretazione ma che trovo poesia fin nelle midolla, vestita elgantemente di letteratura. Lassenza del punto alla fine dellultimo verso può essere involontaria, ma io lho interpretata come intrinseca al tema, che non si può esaurire nel detto, ma rimane un capitolo aperto. Ciao Lory
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