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al testo di Enrico Vergoni
Semplice
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gennaio 2010
Semplice me ne sto quì ma che hai notte da guardare ? Le mie paure son tutte figlie tue, non sai che un uomo è vero solo quando è solo, che non c’è differenza tra chi sogna e chi muore ?
Stasera voglio star da me e non provar a commuovermi con qualche stella, bella la vita per chi la scrive ma chi la vive non può saltar pagina.
Luna illumina la mia mente, rischiara i miei passi. Se molto ho sbagliato è stato solo un ripararsi dal vento, non chiamarlo peccato.
Dicono che la speranza è merce gratuita ma non si paga forse con le illusioni? Anche una foglia che mi sfiora spaventa le mie piccole spalle, mi offro come cibo alla tua coscienza germoglierò dentro di te, per te mio sole di giustizia in questa sera senza luna.
Muore l’amore quando smetti di sognarlo si spezza come fili di un tappeto che attraversa l’oceano per raggiungerti. Sei scesa dalla mia Croce non ne sopportavi la vertigine, sono scivolati dadi sulla mia pelle, l’hai perduta.
Semplicemente....
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Franco Fabiano
- 05/04/2011 17:07:00
[ leggi altri commenti di Franco Fabiano » ]
Mi complimento, caro Enrico, per il testo. Ad una prima lettera trovo possa destare la giusta attenzione, mentre successivamente induce ad addentrarvisi con lintento di "leggere" tra le righe quale stato danimo ne abbia suscitato lispirazione. Mi piace il ritmo, anche visivo, che mantiene viva, appunto, lattenzione. Saluti. Franco Fabiano
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Paolo Polvani
- 05/04/2011 15:57:00
[ leggi altri commenti di Paolo Polvani » ]
sicuramente hai un ritmo compositivo abbastanza felice, una scioltezza nel dettato non male, però vorrei vorrei chiederti se non ti sembra una contraddizione scrivere luna rischiara il mio cammino, illumina etc, e nei versi seguenti: in questa notte senza luna.
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