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Amo il bianco tra le parole,
il loro margine ardente,
amo quando taci
e quando riprendi a parlare,
amo la parola che galleggia
solitaria
sullo specchio buio del vocabolario,
e quando sborda, va alla deriva
con deciso smarrimento,
quando si oscura
e quando si spezza,
si fa ombra.
Quando veste il mondo,
quando lo rivela,
quando fa mappa,
quando fa destino.
Amo quando è imminente
e quando si schianta.
quando è straniera,
quando straniera sono io
nella sua ipotetica terra,
amo quello che resta,
dopo la parola detta,
non detta. E quando è proibita
e pronunciata lo stesso,
quando si cerca e si vela,
quando si sposa
e quando è realtà dei muri
e quando sfracellarsi al suolo,
quando scorre candida
e corre per prima a bere,
e quando preme alla gola,
spinge all'aperto,
quando è presa a prestito,
quando mi impresta al discorso
dell'altro, quando mi abbandona.
Non voglio una parola di troppo,
voglio un silenzio a dirotto,
non un commercio tra mutezza e voce,
ma una breccia,
una ferita che allarga luce,
un sottosuolo della musica.
Dammi un amore che precipita -
parola.

 Leonora Lusin - 02/03/2012 07:30:00 [ leggi altri commenti di Leonora Lusin » ]

Molto bella questa ode alla parola...un saluto a Livia in ricordo di un remoto e alieno collettivo poetico

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