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al testo di Adielle
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Un plebiscito per i calici del tuo sangue rappreso la folla inchioda qualsiasi nuovo pretesto di commozione alla tua gola ampolla e frizzante contenitrice d'acqua e saliva nonostante la morsa del collare che ti obbliga a più ardua sentenza che non un do di petto mostri a tutti d'esser viva mordendo la catena che non si spezza solo con i denti ad averlo saputo prima avrei dato disposizioni per una gabbia più grande del tuo ritegno a mostrarti nuda con le mosche che ti si attaccano al seno ma come vedi nostra madre è l'urgenza e non fa alcuna differenza che tu accetti o meno una prigionia nata per difetto l'essenziale è che tutti paghino il biglietto e lo spettacolo sia di quelli da non dimenticare in un cassetto già la famiglia in prima fila ulula di piacere sbigottita dalla forza del tuo incedere dietro le sbarre a pelo d'aria senza riscossa per una libertà che non matura con il passare del tempo ma anzi s'allontana dalla riva e fa cenno di misura per un timido irresponsabile cordoglio i fotografi improvvisati prendono la mira per poi dileguarsi dietro gli obbiettivi fuori taglia tu continui avanti e in dietro a farti largo nel perimetro a danzare la tua rabbia ogni tanto cacci un grido che spaventa e guardi chi ti capita sotto tiro come preda ma poi rallenti e aspetti calma che questa giuria possa darti il voto che ti spetta non è ancora il momento di arrendersi all'evidenza o di sognare la savana la bellezza della Luna la carezza di una figlia una meta ormai lontana.
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