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al testo di Adielle
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A cercare davvero lo spacco nella pelle in fiore si fa presto a lasciare gli occhi in un altro posto che sia più accogliente e tiepido di vertigini destate dal sonno dalla sconveniente fuga delle dita sul corpo nudo ma la passione per il non ritorno spesso ci costringe a turni faticosi durante i quali i nostri fianchi aridi riscoprono il fresco gusto per la pioggia come una mosca che si posi sul bracere ardente di una piccola sigaretta e per questo si bruci le zampe e cada incauta diventa la voglia quando il suo oggetto s'avvicina nulla la ferma non la distanza più la tiena a bada che il piacere allora si sciolga in canto deriso dallo scorrere non privo di tormenti del tempo che passa una danza continua il respiro che arranca su vette progressivamente più alte a raggiungere l'estasi in concomitanza con un passaggio di stato le stelle maestre indichino pure la via per l'altrove ma la carne resta sul banco degli imputati passata al vaglio da antiquari giudicanti non meno sedotti dalle forme che assume con rancore si guarda al mal-tolto chè la natura brama nel continuare a soffrire e ci si domanda come poter ancora godere dei fasti dell'antico barlume andata la notte nelle spirali del tempo che fu la veglia non cambia si mantiene desta la soglia per tutto ciò che conturba e i battiti indivisi ancora per poco seducono gli ultimi attimi prima del coito come viene se ne va sarebbe il caso di dire a voler essere fiscali e torna la calma dei fluidi il rancore con cui ci si guarda spesso dopo nascondendolo in fondo agli occhi ancora un poco liquidi è un refuso di costumi indossati con troppa fretta chi si accende una sigaretta forse farebbe meglio a cimentarsi in qualche tenera carezza attento a non cadere in stereotipi di massa ma in fondo è una questione d'educazione e di gusti e ognuno si comporta come meglio crede c'è per esempio chi ringrazia per essersi scambiati la pelle e gratifica la sua fede nell'altro con garbo un po' consunto.
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