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Avrei

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Ci separa la notte, amore mio,
ci divide un sonno
che rende mute le carni, uno spazio
che rende distanti le bocche.

Avrei vegliato il respiro delle tue labbra
se tu fossi stata qui accanto,
avrei vegliato il tuo risveglio
per un bacio sulla parola buongiorno.

 Gil - 19/08/2018 07:35:00 [ leggi altri commenti di Gil » ]

Sì, Laura, è proprio così: è il respiro dell’altro, la sua stessa essenza che, amata, si desidera, allora la bocca è fonte del respiro, la carne, nel suo danzare l’amore, ne è segno, simbolo, "terra promessa". L’Amato si abita, " terra" di "latte e miele".

Grazie, Laura, di questa tua lettura, così puntuale da avermi donato l’occasione di completare il senso di un testo che, come ha già bene detto tu, vuole essere un canto d’amore alla persona amata, amatissima.

 Laura Turra - 19/08/2018 07:26:00 [ leggi altri commenti di Laura Turra » ]

Un testo che canta l’amore più intimo. Dice di un’intimitá desiderata, che, forse, non è soltanto quella della carne, delle bocche, ma vorrebbe il respiro stesso dell’altro, la sua stessa essenza. Bellissima poesia d’amore, Gil.
Ti abbraccio, sempre

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